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Informatica.

Hardware: la richiesta di memorie SSD aumenta.

Innanzitutto occorre sapere cosa sono le memorie SSD, acronimo che sta per Solid-State Drive, ossia unità a stato solido. Si tratta di una particolare tipologia di memoria di massa fondata su semiconduttore, in luogo che su supporto magnetico (come per gli hard-disk tradizionali), che impiega memoria a stato solido – in dettaglio memoria flash – per archiviare e scambiare dati. Questo è il cuore delle differenze con i dischi rigidi tradizionali: con le memorie SSD è possibile memorizzare grandi quantità di dati, in maniera non volatile, senza dover utilizzare altri supporti meccanici, come piatti, testine, motori ecc.

Ora, la maggior parte delle memorie a stato solido utilizza la tecnologia delle memorie flash NAND, la quale consente una distribuzione omogenea dei dati e di usura dell’unità. Per immagazzinare i dati, le memorie a stato solido sfruttano l’effetto tunnel per modificare lo stato elettronico di celle di transistor. Proprio per questo motivo, le memorie SSD non richiedono l’applicazione di parti meccaniche, consentendo così un notevole risparmio in termini elettrici e un contenimento dell’usura dei supporti.

La memoria di questi SSD è, come di consueto, di tipo NAND. Cosa significa? Il termine si riferisce a una tecnologia che può differenziarsi in:
Single Level Cell (SLC).
Multi Level Cell (MLC).
Triple Level Cell (TLC).
che varia in base al numero dei bit per cella, di conseguenza ai livelli di tensione che essa può assumere. Le memorie NAND sono ottimizzate per l’aggiornamento rapido dei dati, questo è il loro valore aggiunto. In termini pratici e di architettura della memoria, le NAND cancellano settori di 8 kb, contro i 64 kb delle NOR. In caso di cancellazione di un solo byte, con le NOR si è costretti a cancellare un intero settore di 64 kb e dunque riscriverlo, mentre con le NAND il settore si riduce a 8 kb. Una differenza che spiega bene le diverse prestazioni.
Infine, non ultimo, il fattore spazio: le memorie SSD, non avendo parti meccaniche, sono più piccole, più leggere e più facilmente installabili, con tanta potenza, nei dispositivi mobili, quali tablet e smartphone.

Questa breve spiegazione del funzionamento e dei vantaggi delle memorie SSD basterebbe da sola a spiegare come l’incremento della sua richiesta viaggia a due cifre: 14,8% di crescita annua del fatturato globale per i produttori, e nel 2021 tale valore arriverà a superare i 33 miliardi di dollari. Il mercato è ormai lanciato, anche grazie a una maggiore disponibilità dei prodotti (cresce anche il numero globale di unità vendute) e al passaggio a tecnologie di tipo 3D NAND. Queste ultime rappresentano una vera rivoluzione, sia per gli utenti sia per i produttori. Grazie alle tecnologie 3D NAND è possibile sviluppare 32 strati di celle flash, aumentando la densità di dati, in uno spazio ancora più ridotto. In poche parole, con il passaggio al 3D NAND è possibile avere più memoria in un supporto ancora più miniaturizzato.

Considerati questi fattori così tecnici, è possibile comprendere come la richiesta di queste nuove memorie aumenti sempre, anno dopo anno, in più, la scarsità delle scorte nel 2018 dovrebbe ridursi e dunque dovrebbe farne abbassare ulteriormente il prezzo di acquisto. Grazie a questo nuovo tipo di memorie SSD è possibile progettare dispositivi ancora più miniaturizzati e performanti, è possibile lavorare sul design dei prodotti e quindi su proposte tecnologiche ancora più appetibili.
Infine, anche la domanda aziendale resterà molto elevata. L’accesso veloce ai dati e alle applicazioni che sfruttano le potenzialità di in-memory computing impongono sistemi di archiviazione e scambio dati veloce, così come tutti sistemi ingegnerizzati. In ultimo, gli esperti della Digital Transformation avvertono che la diffusione sempre più capillare dell’IoT (Internet of Things), prevista in questo 2018, richiederà sempre più affidabilità, flessibilità e possibilità di operare in tutta sicurezza. Le memorie SSD ne offrono la risposta più completa.

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